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Il meraviglioso paesaggio delle Langhe fa da sfondo alla storia di un gruppo di amici, i “ragazzi ribelli” che hanno reso grande il vino italiano, tra conflitti generazionali, geniali intuizioni e polemiche mai sopite.

Un film di Paolo Casalis e Tiziano Gaia
64' / Sottotitoli in Italiano, Inglese, Spagnolo, Croato, Catalano
Distribuito da Produzioni Fuorifuoco


Langhe, Piemonte meridionale, 1983.
Elio Altare, un giovane contadino stanco delle proprie misere condizioni di vita, scende nella cantina del padre e con una motosega demolisce le vecchie botti per l’affinamento dei vini.
È la scintilla che appicca il fuoco rivoluzionario sulle colline del Barolo, dove una nuova generazione di piccoli produttori, partiti con scarsi mezzi e animati da un inedito spirito di squadra, andrà alla conquista dei mercati di tutto il mondo.
Questo gruppo passerà alla storia col nome di “Barolo Boys”: Elio Altare, Chiara Boschis, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio e Marco de Grazia sono alcuni dei protagonisti di questa storia di coraggio e determinazione. Ma è anche una storia controversa e difficile: per anni una feroce guerra ideologica li ha visti contrapporsi alla generazione dei patriarchi, fieri oppositori delle novità introdotte dai figli ribelli della Langa; lo stesso Elio Altare, leader dei “modernisti”, sarà diseredato dal padre. A distanza di quasi trent’anni, che cosa resta di quell’esperienza? E più in generale, come domanda uno dei protagonisti del film, “Quale rivoluzione ha mai avuto successo?”.
Barolo Boys. Storia di una Rivoluzione” traccia la parabola, breve ma intensissima, di un gruppo di produttori che ha cambiato in modo indelebile il mondo del vino.

Con (tra gli altri): Elio Altare, Chiara Boschis, Marco de Grazia, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio
Con la partecipazione di:

Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food

Oscar Farinetti, presidente di Eataly

Joe Bastianich, voce narrante del film


  • La vera rivoluzione l'abbiamo fatta noi, punto.

    Jack Black
    Elio Altare, La Morra
  • C'è da chiedersi quale rivoluzione abbia mai avuto successo

    Marc de Grazia
    Marc de Grazia, Etna
  • Noi volevamo fare il vino più buono del mondo!

    Jack Black
    Chiara Boschis, Barolo
  • Ogni tanto qualcuno mi chiede: c'è un vincitore in questa storia?

    Joe Bastianich
    Joe Bastianich, New York

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Elio Altare

Il Leader

ELIO ALTARE
Produttore di La Morra, ha cantina e vigneti nella piccola borgata dell’Annunziata, dove si registra la più alta concentrazione di aziende di tutta la Langa. Nel 1983 con una motosega riduce in legna da ardere le vecchie e grandi botti per far posto alle prime barrique di legno francese. Il padre Giovanni non capisce le scelte drastiche di un figlio che vuole rompere con tutto il suo mondo e si mostra indegno delle sue vigne: muore due anni dopo, diseredandolo.

MARC DE GRAZIA

L'Allenatore

MARC DE GRAZIA
Se i Barolo Boys erano una squadra, Marco de Grazia ne è stato l’allenatore. Di madre fiorentina e padre americano, una laurea in Lettere Antiche in tasca, diventa l’importatore-talent scout dei giovani produttori di Langa. Oggi produce vino in Sicilia, sulle pendici dell’Etna.

Chiara Boschis

La Barolo Girl

CHIARA BOSCHIS
La “one girl” del gruppo Barolo Boys. Erede di una prestigiosa dinastia di vignaioli in Barolo, a inizio anni Novanta si mette in proprio e segue filosofia e orme degli amici-colleghi, diventando in breve tempo una delle produttrici italiane più affermate nel mondo.

GIORGIO RIVETTI

Il Rinoceronte

GIORGIO RIVETTI
Originario della zona del Moscato d’Asti, si impone per personalità e determinazione acquisendo vigneti prima nella zona del Barbaresco, poi del Barolo, fino a diventare uno dei leader del movimento modernista.

ROBERTO VOERZIO

Produttore in La Morra

ROBERTO VOERZIO
Dalla fine degli anni Ottanta, il suo sogno è riprodurre in Langa il fascino senza tempo dei grandi rossi francesi. Voerzio può contare su parcelle di nebbiolo nei più celebrati cru del Barolo e il lavoro tra i filari prevede una densità di ceppi altissima e un diradamento “spietato” sui grappoli, la cui resa è abbattuta fino a 40 quintali a ettaro, meno della metà di quanto previsto dai disciplinari di produzione del Barolo.

BRUNO CERETTO

Produttore in Alba

BRUNO CERETTO
Insieme al fratello Marcello ha costituito la parte pubblica e carismatica dei famosi “Barolo Brothers”, che fin dagli anni Sessanta, “battendo i marciapiedi di New York”, ha cercato di far conoscere al mondo uno sconosciuto vino rosso tannico e spigoloso, prodotto con uve nebbiolo sulle colline a ridosso di Alba. Cinquanta giri del mondo dopo, Bruno Ceretto continua a investire in promozione e cultura: di sua proprietà l’unico ristorante Tre Stelle Michelin del Piemonte. Si deve alla famiglia Ceretto anche la Cappella di Sol Lewitt e David Tremlett, scenario di alcune riprese del film.

A. CERETTO

Produttore in Alba

ALESSANDRO CERETTO
Nipote di Bruno e figlio di ALessandro Ceretto ed enologo della maison vinicola di famiglia, Alessandro ha vissuto giovanissimo il furore mediatico dei modernisti, adeguandosi senza troppa convinzione alla moda del periodo. La crescita umana e professionale lo ha portato prima a rivedere lo stile di vinificazione, poi quello di coltivazione delle uve, culminato di recente nel passaggio entusiasta al regime biodinamico

MAGGIORINO

Potatore vinicolo

MAGGIORE VACCHETTO
Maggiore Vacchetto detto Maggiorino,potatore vinicolo e collaboratore di Chiara Boschis, non doveva esserci nel film. Maggiorino e i Barolo Boys non potevano stare insieme, almeno non sulla carta. Invece il caso ha voluto che ci incontrassimo e che dalla sua bocca uscissero, in un giorno tiepido d’estate tra le vigne dei Cannubi e di Via Nuova, alcune delle più profonde e argute riflessioni sui cambiamenti nella Langa e sui rapporti tra le generazioni. Maggiorino se n'è andato poco prima dell'uscita del film. Lo ricordiamo con grande affetto.

MARTA RINALDI

Produttrice in Barolo

MARTA RINALDI
Figlia di Beppe Rinaldi, ne ha raccolto con passione l’eredità morale e stilistica. I vini da lei proposti oggi rappresentano la convinta continuità con la storia del Barolo e non scendono a compromessi di nessun genere, risultando tannici, bisognosi di tempo e molto longevi. La quintessenza di quella che lei stessa definisce “la vera identità” del Barolo.

DAVIDE ROSSO

Produttore in Serralunga

DAVIDE ROSSO
Giovane produttore di Serralunga e anello di congiunzione tra i Barolo Boys e la nuova generazione “indipendente”, Rosso ci ha colto alla sprovvista nel corso di un’intervista destinata ad altri, convincendoci con la lucidità a volte disarmante e caustica della sua personale rilettura di 30 anni di storia langarola.

GIANCARLO GARIGLIO

Il Critico

GIANCARLO GARIGLIO
Uno dei più influenti critici enologici europei ha accettato di fare una disamina chiara ed esauriente sui meriti storici dei Barolo Boys e sulle ragioni del loro impatto “devastante” nel mercato del vino anni Novanta. Assaggia e scopre vini di mestiere: uno dei lavori più invidiati del mondo, spesso al centro di polemiche e attenzioni mediatiche, come ogni ruolo che sfocia in un giudizio o punteggio sul lavoro altrui.

Oscar Farinetti

L'Imprenditore

OSCAR FARINETTI
albese di origine, già titolare di una nota catena di supermercati di elettrodomestici, crea una decina di anni fa il concept di Eataly, grande mercato alimentare di qualità nato a Torino e sbarcato anche in altri Paesi, fucina di innumerevoli iniziative culturali e politiche. Lui stesso è tra i principali prodottori di Barolo, con i marchi Fontanafredda, Borgogno e Brandini

JOE BASTIANICH

La Voce

JOE BASTIANICH
Per la prima volta sul grande schermo. Il popolare giudice di “Masterchef” è uno dei restaurant men più influenti del mondo, proprietario di oltre 20 locali tra Asia, Europa e Stati Uniti. Produttore di vino, autore di libri bestseller e musicista blues per hobby, dagli anni Novanta è assiduo frequentatore della Langa, dove intrattiene solide relazioni di amicizia e lavoro con i principali produttori.

Carlo Petrini

Il Mentore

Carlo Petrini
Una delle personalità culturali più influenti a livello internazionale, Carlin Petrini ha fondato a metà degli anni Ottanta un movimento per la difesa del piacere a tavola e la salvaguardia dei saperi tradizionali. Vent’anni dopo, la sua visione più ampia trova spazio nella rete di Terra Madre, immensa arca contadina che attira di continuo nuovi membri a ogni latitudine del globo

BEPPE RINALDI

Il Citrico

BEPPE RINALDI
Per tutti semplicemente "Citrico". Carismatico esponente dell’ala tradizionalista del Barolo e legato da vincoli di parentela al celebre Bartolo Mascarello (“No barrique, no Berlusconi”), Rinaldi difende a oltranza, ricorrendo alla storia e alla filosofia, una visione lenta e malinconica del Barolo e della vita.

GIAMPIERO CEREDA

Il Milanese

GIAMPIERO CEREDA
Non si cerci il suo nome su Internet, perché nemmeno Google sa esattamente chi sia e che cosa abbia fatto! Il suo nome non compare mai per un tacito accordo con le aziende di cui si occupò per quasi tutti gli anni Novanta: milanese, bancario di professione ed esperto di barrique, non si poteva far sapere che il nuovo Barolo nasceva anche dalle sue mani, o meglio, dal suo naso. Eppure c’era, eccome: Giampiero Cereda è parte integrante dell’epopea Barolo Boys in anni in cui “tutto era possibile”

SILVIA ALTARE

Produttrice in La Morra

SILVIA ALTARE
Una delle più note esponenti della generazione “post Barolo Boys”. Figlia di Elio Altare, (il leader dei modernisti), vive sulla propria pelle le complesse dinamiche di chi raccoglie un testimone scomodo, tra esigenze di continuità aziendale e fisiologica ricerca di un “proprio posto nella Langa”

CAV. ACCOMASSO

Il Cavaliere

CAV. LORENZO ACCOMASSO
Decano dei barolisti di La Morra, per due decenni presidente della locale cantina comunale, il cavalier Accomasso non ha cambiato di una virgola il modo di produrre Barolo dal lontano 1958, anno del primo imbottigliamento. Oltre 50 anni di macerazioni lunghissime, affinamenti “eterni” e solo botte grande. “Il Barolo moderno per me non esiste”, ci ha detto a un certo punto. Più diretto di così!

BEPPE CAVIOLA

L'Enologo

BEPPE CAVIOLA
Quando l’amico Elio Altare, molto più grande di lui, gli propose di aiutarlo a cambiare la vinificazione, nessuno poteva immaginare che, nel giro di 10 anni, Caviola sarebbe diventato uno dei più acclamati enologi italiani, con consulenze in quasi metà delle regioni, spesso di firme enologiche prestigiosissime. Egli stesso produttore in quel di Dogliani, Caviola è stato per anni il punto di riferimento tecnico per buona parte del gruppo modernista, contribuendo alla loro affermazione stilistica.

DAVID BERRY GREEN

L'Importatore

DAVID BERRY GREEN
La tradizione vista dalla parte di un venditore. Con lui non è stata una semplice intervista, ma una messa in discussione dell’intero impianto produttivo della Langa degli ultimi 20 anni. Contro i Barolo Boys, contro la barrique, contro il mercato americano dei vini blockbuster a forever young. Contro tutto e tutti, o quasi: strenuamente dalla parte della “bellezza del nebbiolo” che si traduce in vini classici e longevi

BANDA DI LA MORRA

I Musicisti

BANDA GABETTI DI LA MORRA
Unica superstite della gloriosa tradizione bandistica dei piccoli paesi delle Langhe, la formazione lamorrese, di oltre cinquanta elementi, trae il proprio nome dal noto musicista di casa Savoia cui si deve l'inno naz... ehm... della monarchia italiana!
All'interno di Barolo Boys la presenza della Banda non è solo un elemento musicale ma, attraverso le sue marce che si fanno di volta in volta allegre, marziali o funeree, sottolinea e segna i passaggi chiave del film.
Non sappiamo se qualcuno di loro si è perso nelle vigne durante le riprese, di sicuro noi ci siamo divertiti un sacco a girare.
Grazie ragazzi!

ASD BAROLO BOYS

La squadra

ASD BAROLO BOYS
Come per la storia dell'uovo e della gallina, a Monforte si disquisisce se siano nati prima i Barolo Boys del vino o i Barolo Boys del pallone.
E in effetti i primi calciatori erano produttori di vino e figli di produttori, e ancora oggi la suadra annovera tra le sue fila alcuni tra i più promettento giovani produttori di vino di Monforte!
A noi non è sembrato vero di poter associare la storia (e l'immagine) della nostra squadra di produttori a quella di una vera squadra di calcio, per di più con lo stesso nome sulla meglietta, e così il calcio è diventato una metafora tanto concreta quanto surreale delle vicende raccontate nel film.

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